venerdì 18 febbraio 2011

Il Qigong



Il concetto di Qi (anche scritto Chi) è presente in maniera pervasiva nella cultura cinese e viene utilizzato per riferirsi a una gamma molto vasta di significati in ambiti che vanno dai fenomeni naturali alla fisiologia umana agli stati mentali e psicologici. In un senso molto generale Qi è infatti sinonimo di “energia” e può essere visualizzato come quella componente immateriale che fluisce animando I fenomeni e determinandone le caratteristiche esterne e il comportamento.

Nel più ristretto ambito della medicina cinese tradizionale, il Qi è una delle tre forme di energia che caratterizzano l’uomo (le altre due sono lo Jing, energia sessuale o sostanza primaria, e lo Shen, energia mentale o spirituale) e si visualizza come un fluido energetico che scorre lungo una rete di “vasi” o “canali”, regolando il funzionamento degli organi interni e influenzando lo stato energetico dell’intero corpo. È su questi principi che si basano molte tecniche cinesi tradizionali di cura come l’agopuntura, la digitopressione e la moxa, che intervengono con stimoli fisici applicati in punti particolari posti lungo i canali in cui scorre il Qi, sbloccando eventuali blocchi, disperdendo l’energia inn eccesso e ripristinando una ottimale circolazione del Qi.

Il Qigong (Chi Kung) è l’arte di agire sulla circolazione interna del Qi senza l’utilizzo di stimoli fisici esterni ma bensì tramite un’appropriata concentrazione mentale e l’impiego di specifiche tecniche respiratorie e visualizzazioni.

Per una mente occidentale abituata a considera le cose da un punto di vista “scientifico” può essere utile interpretare il flusso o l’accumulo del Qi come un particolare livello di attivazione dei tessuti viventi, legato ai fenomeni bioelettrici che sono alla base della vita. Un corpo in cui il Qi fluisce abbondantemente e regolarmente è semplicemente un corpo che vive al massimo delle sue potenzialità vitali.

In ogni caso il Qi non si “vede” ma si “sente”. Come ogni praticante di Qigong o di Taijiquan sa, portare il Qi verso una determinata parte del corpo significa dirigere la propria consapevolezza mentale verso quella parte, rilassare profondamente la muscolatura circostante, “respirarci dentro” e sentire piano piano il sangue affluirvi in maniera più abbondante, insieme a sensazioni di calore, torpore e formicolio.

Attraverso appropriati esercizi è dunque possibile riequilibrare lo stato energetico del corpo, migliorare la salute, prevenire l’insorgere di malattie e anche curare specifiche patologie. Il Qigong può anche avere applicazioni diverse da quelle salutistiche e terapeutiche. Nelle arti marziali come il Taijiquan si impara ad esempio a manipolare e dirigere il Qi per energizzare le parti del corpo con sui si deve eseguire una tecnica, mentre in ambitoTaoista e Buddhista le pratiche energetiche del Qigong integrano quelle meditative.

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