mercoledì 29 aprile 2020

Tiao Shen: regolare il corpo nel qigong


Quella del corpo è la prima regolazione a cui si presta attenzione nel Qigong, il fondamento su cui costruire l’intero edificio di corpo, respiro, mente, energia e spirito. La metafora non è però del tutto appropriata, perché queste cinque “cose” sono in realtà l’una lo specchio dell’altra, manifestazioni diverse dello stesso tutto, distinzioni linguistiche che ci aiutano a parlare di ciò che non si può conoscere attraverso il discorso ma solo facendone esperienza. E l’esperienza umana è indivisa. Di fatto, regolando il corpo si regolano anche il respiro, la mente, l’energia e lo spirito; è solo l’enfasi che cambia, in ragione di un’esigenza che è anche didattica, di apprendimento.

Regolare senza regolare
Nel termine “regolazione” è insita l’idea di riportare costantemente una qualche variabile a un valore predeterminato, correggendone le deviazioni. Il meccanismo associato al termostato di casa misura la temperatura interna, la confronta con il valore impostato, calcola la differenza e attiva o disattiva la caldaia per riportare la temperatura verso il valore desiderato.

All’inizio è così anche nel qigong: apprendiamo ad esempio qual è la postura corretta (fisica o mentale che sia) e cerchiamo di attenerci ad essa. Ma, durante l’esecuzione dell’esercizio, ad un certo punto ci rendiamo conto che abbiamo deviato, il peso è scivolato sulle punte dei piedi, la testa si è inclinata in avanti, oppure la mente invece di seguire il respiro è finita a fare la spesa nel supermercato. Il continuo lavoro di “regolazione”, protratto nel tempo, permette al corpo e alla mente di apprendere e rende progressivamente sempre meno frequenti gli interventi deliberati di correzione, fino a raggiungere lo stadio del “regolare senza regolare”, in cui l’apprendimento è interiorizzato e non è più necessaria alcuna regolazione conscia.

Il senso di questo lungo lavoro di apprendimento che porta alla maestria è racchiuso in quel “Gong” che compone il termine Qigong, Gong sta infatti per Gongfu (Kung Fu), cioè per energia-tempo, un'espressione che si usa per indicare qualsiasi abilità che richieda molto impegno e tempo per essere padroneggiata. Ci sono un Gongfu della calligrafia, un Gongfu del tè, un Gongfu delle arti marziali e un Gongfu dell’energia interna, il Qigong. Cominciamo dunque dal corpo, e sempre al corpo ritorniamo.

Rilassamento
Una mente e un corpo rilassati sono il prerequisito essenziale per una corretta ed efficace pratica degli esercizi di Qigong: una mente agitata e dispersa non è in grado di sentire, generare, accumulare, coltivare e condurre il Qi; un corpo teso e contratto non rende agevole il rilassamento mentale e impedisce l’apertura dei canali energetici in cui scorre il Qi.

Vi sono diversi stadi e livelli di rilassamento fisico. Quello più esterno e basilare consiste nel portarsi ad assumere la postura di pratica senza sforzo e con un senso di agio, evitando dunque inutili sforzi e tensioni. Ci si arriva con il corretto allineamento posturale, sviluppando la capacità di percepire come gli sforzi si distribuiscono lungo la propria struttura muscolo-scheletrica: più questa si affina, più sarà possibile mantenere una postura corretta con il minimo sforzo, escludendo sempre più la muscolatura esterna di potenza e lasciando gran parte del lavoro ai muscoli posturali. Questo è fondamentale nelle forme di Qigong statico in posizione eretta, in cui può essere necessario mantenere la stessa posizione anche per diverse decine di minuti.

A un livello successivo, il praticante porta la sua consapevolezza più in profondità nelle articolazioni, nei muscoli e nei tendini, cosa che gli rende possibile un grado di rilassamento maggiore, sia fisico che mentale, una maggiore facilità a ad eseguire gli esrcizi senza stancarsi euna accresciuta capacità di sentire il flusso del Qi lungo i meridiani. Se uno o più muscoli sono invece contratti, il lume di vene e arterie si riduce, impedendo una ottimale irrorazione sanguigna dei tessuti circostanti. Allo stesso tempo, anche il flusso energetico lungo i meridiani risulta impedito.

Ancora più in profondità, il rilassamento volontario può giungere a interessare gli organi interni, attraverso uno sviluppo della percezione interiore che permette di “sentire” la muscolatura che circonda l’organo, rilassarla e dirigervi la propria energia curativa. Particolarmente importanti sono i cinque organi Yin: polmoni, cuore, reni, fegato e milza.

In un certo senso, più profondamente il corpo è rilassato più diventa leggero e trasparente e con maggiore facilità e efficacia può essere condotto il Qi, non solo lungo il sistema dei meridiani e dei vasi, ma anche in profondità negli organi interni, nel midollo e alla superficie della pelle. Una pratca specifica di esercizi di rilassamento, come suggerito in un precedente post, può essere d'aiuto per chi muove i primi passi nel Qigong.

Postura
Esistono diverse posture che si assumono nella pratica del Qigong, da quelle sedute completamente statiche a posizioni in piedi che a loro volta possono prevedere la sostanziale immobilità del corpo, come nel Zhan Zhuang (Qigong del Palo Eretto), o caratterizzarsi per un movimento più o meno ampio degli arti, come il ben noto Baduanjin (Otto Pezzi di Broccato), o ancora essere dinamiche e comprendere l'esecuzione di passi, come nel Taijiquan. In realtà, tutte le forme di Qigong sono dinamiche, quello che cambia è l'entità della manifestazione esterna del movimento: anche nella sua apparente immobilità, il corpo è animato da micromovimenti dell'intera struttura corporea, dal fluire del respiro e da un intenso flusso energetico.

Una volta compresa nei suoi dettagli tecnici, la postura va regolata in modo da poter essere mantenuta in modo naturale e rilassato, grazie alla struttura correttamente allineata del corpo e senza inutili sforzi e tensioni. In questo processo di regolazione agisce uno stretto anello di retroazione tra mente e corpo: se il corpo è scomodo e non rilassato la mente è tesa e se la mente è agitata il corpo si irrigidisce ancora di più. Viceversa, se la mente si limita ad osservare le sensazioni fisiche e il respiro, lasciando che il Qi affondi nel Dan Tian e fluisca alla pianta dei piedi, pian piano il corpo si aggiusta da sé, così come l'acqua torbida in un bicchiere si chiarifica mano a mano che la polvere e lo sporco si depositano sul fondo.

Respirazione
Il flusso del respiro è il flusso della vita, nasciamo con una inspirazione e moriamo con una espirazione, in mezzo il nostro tutto. È questo un argomento infinito e qui lo circostanziamo unicamente al tema della regolazione del corpo, per cui la respirazione rappresenta la chiave fondamentale. Il respiro è un ponte tra mente e corpo, è quel processo attraverso il quale questa falsa dicotomia può essere superata e al tempo stesso uno strumento con cui possiamo coscientemente e intenzionalmente regolare mente e corpo.

Quando il corpo è in tensione e la mente è dispersa e agitata, anche il Qi è disperso e non raccolto e il respiro tende ad essere superficiale e veloce. In questa condizione, il plesso solare (Dan Tian intermedio) è rigido, il battito cardiaco accelerato e il movimento del respiro si esprime a livello essenzialmente toracico, mentre il diaframma ha un'escursione molto limitata. Viceversa, regolando  rendendo la respirazione progressivamente più lenta e profonda, ammorbidendo il plesso e portando il respiro nell'addome, il Qi si raccoglie nel Dan Tian inferiore, il cuore si calma, il corpo più facilmente si rilassa e la mente si fà limpida e chiara, riuscendo così a comunicare più efficacemente con il corpo, rendendo la sua regolazione ancora più profonda.

Un buon esercizio è quello di sviluppare una buona consapevolezza del respiro, dedicare cinque, dieci o più minuti ad ascoltare il suo movimento nel corpo, soprattutto a livello addominale, magari ad occhi chiusi e con il palmi delle mani poggiate sull'addome, in modo da percepirne più facilmente il movimento: inspirando, l'addome si solleva leggermente, espirando cede. Un esercizio che si può fare in posizione supina, seduta o eretta e che aiuta a raggiungere un profondo stato di distensione psicofisica.

Integrazione
Dovrebbe già essere evidente di come la regolazione del corpo (e il suo rilassamento) si attui contemporaneamente a quella del respiro e della mente. Sono tre aspetti che si influenzano e rafforzano mutuamente, in un circolo virtuoso in cui si va progressivamente verso un livello di integrazione mente-respiro-corpo sempre più completo. È un processo che si replica in ogni sessione di lavoro e che negli anni diviene sempre più efficiente e veloce, fino a quel "regolare senza regolare" che è l'obiettivo finale della pratica del Qigong.

Pino Creanza

Leggi anche: Regolare il corpo: sensibilità e ascolto

Riferimenti bibliografici
  • Dr Yang, Jwing-Ming, “The Root of Chinese Qigong”

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